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mercoledì 30 giugno 2010

Quando sarò vecchia

Quando sarò vecchia mi vestirò di viola
Con un cappello rosso che non mi entra
e non mi sta bene.
Spenderò tutta la mia pensione in brandy
e guanti estivi e sandali di raso.
E poi dirò che non abbiamo i soldi
per il burro.
Mi siederò per terra sul marciapiede
quando sarò stanca
E mi ingozzerò di assaggi nei negozi
facendo scattare i campanelli di allarme.
Farò scorrere il mio bastone sulle ringhiere
in pubblico
E mi rifarò della solidarietà
della mia gioventù.
Uscirò in pantofole nella pioggia
E raccoglierò fiori nei giardini della gente
E imparerò a sputare!
Si possono indossare camicie terribili
e si può ingrassare
E si possono mangiare tre libbre di salsicce
tutte in una volta
Oppure solo pane e sottaceti per una settimana
E collezionare penne e matite e sottobicchieri
delle birre e cose in scatola.
Ma adesso dobbiamo indossare vestiti
che ci tengono asciutti,
E pagare l’affitto e non bestemmiare nelle strade
Ed essere un buon esempio per i bambini
Dobbiamo avere amici a cena
e leggere i giornali.
Ma forse dovrei esercitarmi un pochino
fin d’ora?
In questo modo chi mi conosce già
non si sorprenderà troppo
Quando improvvisamente sarò vecchia
E inizierò a vestire di viola!

lunedì 28 giugno 2010

C'è traffico

Nella mia testa c'è traffico!
E' strano non sentire il frastuono della
megalopoli che mi abita.
Vedi che ho fatto bene a mettere i semafori?

venerdì 18 giugno 2010

«Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.»

«I viaggiatori possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero.»

Te lo scrivo domani

Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia,
e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia
e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte.
La marea nasconde. E' come se non fosse mai passato nessuno.
E' come se noi non fossimo mai esistiti.
Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi non pensare a nulla, quel luogo è qui.
Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera.
E' tempo. Tempo che passa. E basta...

"Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perchè ridiventasse se stesso in un tempo nuovo."

mercoledì 16 giugno 2010

Egofagia




Sta nel vigore  la bellezza
cosi come la disfatta sta in te
Nel tuo cielo colorato di finzione
ti abbuffi consapevole del nulla.
Vivere costa fatica, io lo so.
Tu hai cercato la strada facile
ma nulla di facile perdura nella fuga
e tu,
sabotato il dubbio
ti sei perduta.
Piango l'illusione di averti creduta
forte.

«Devo fingere volgarità e tradimento per accomodarmi sul divano per ricambiare sguardi e nella finzione riconosco il punto perfetto l’unico possibile della certezza. »

martedì 15 giugno 2010

Arbitrio tecno-logico





Ieri il mio telefono ha cancellato il tuo numero.
Sarà che anche lui vuole la sua indipendenza

lunedì 14 giugno 2010

"Se pensi che nel tuo cuore non ci sia più posto per i sentimenti, è perché non hai visto il casino che c'è nel mio armadio."

Utopie

Riconoscersi in errore non è facile
Rivedo il tuo sguardo e non lo leggo più
A dispetto del disastro oramai compiuto
tradisco un pensiero buono
Mi manca sempre quella illusione e forse anche un profumo
pochi stupendi attimi  distrutti dalla paura.
Cosa dovevamo proteggere? 
Forse la pace del nulla che ci rende infelici ma sicuri
Forse il nulla nel nulla.

domenica 13 giugno 2010

Autoscatto

Tentiamo di essere felici, se non altro per dare l'esempio!
   Stasera esco leggera, a spalle alte
    questa ritmata strana settimana
    ha chiuso capitoli importanti.
    Ho respirato aria buona
    ho sentito la primavera. 
    La felicità non è star bene
    è guarire!!!

sabato 12 giugno 2010

Paola Borboni e la camicia da notte di flanella - Disperato anaerotico Rap!


Precisa fu l’immagine ed il fatal effetto
vestita di flanella distesa sul mio letto
Pensai al tempo andato nel mondo virtuale 
che al fine mi trovavo sull'umile guanciale... 
Vestita di flanella con fiori azzurro cielo
esatta  e naturale .....in cuore lo sfacelo
Ti vidi  veritiera precisa e somigliante
a quella grande attrice non molto esilarante
Pensando all'illusione ed al destin bizzarro
mi venne di fuggire  in bus e in autocarro.
Ti vidi dunque chiara e vide anche il mio cuore
che tutta sta flanella non merita il mio amore.
Al fine sorridendo  pensai alla stazione
ma guarda sta Borboni che razza di bidone.
Tornata alla mia casa scoprii non con diletto
che quella tua camicia stanziava sul mio letto
Decisi di gran fretta di farne spazzatura
insieme con l'amore come contromisura.
Di  quel mio amore dunque io ebbi convinzione
che avesse ricevuto la vera estrema unzione.
Oh certo la Borboni,  attrice e grande donna
lei non avrebbe scelto camicie della nonna
Ma al fine liberata di questo strano inganno
comincio nuova vita e benedico il danno.

mercoledì 9 giugno 2010

Per dirla con franchezza questa giornata estiva mi fa pensare alla freddezza!! Parole uscite al vento senza numerazione. Così a casaccio come sai fare apri la bocca e butti la mia vita in mare!

IO SONO


Adoro i bassifondi
i luoghi dove me ne sto nascosto e leggo un libro solo mio
una storia che in quegli attimi fa male
anche se non dovrebbe.
E' solo cosi che so resuscitare
trovare slanci e braccia tese verso il fuori
E rinnegare mille volte
acrobata indiscusso sempre a rischio
ridisegno il filo sotto ai piedi
chiudo gli occhi e lancio lame verso te.
So che non ti prendo
so che è solo un grande gioco
ma se non rischio non so chi sono
e mi meraviglio nel ritrovarmi sempre nuovo
sempre ad un passo da me
mentre mi guardo e mi convinco di avere ali troppo usate.
Allora tesso, con i fili che ho comprato
alla bottega del domani
una nuova storia da gridare
perche io
seppur piccolo
potrei pensarmi immenso
E a testa alta
contro il vento
dire anche oggi
e poi domani
IO SONO,
si io sono.

domenica 6 giugno 2010

"Uh come ti ho amato...avrei dato l'orecchio sinistro per un tuo bacio. Guarda adesso che tristezza, non darei nemmeno un bacio per il tuo orecchio sinistro"

Bella delle tue risate e dei miei imbarazzi lupeschi. Lungo scorcio di luce nella mia casa. Almeno per oggi guarisco!

"Adesso fermati, c'è un punto oltre il quale non si può piu ripetere. Quello che ti sembrava ineluttabile, continua a rimanere immobile chiuso al riparo dentro il proprio margine. E' vero, ho sempre detto mi arrendo a tutto ma non all'evidenza. Ma quando l'evidenza sta lì umile e spoglia non più degna rivale, allora anche soffrire è prepotenza.

"Strana questa fatica del fare e del sembrare, stringersi al dettaglio e proseguire bravi o stridenti. Ci siamo, è sciocco dubitare, esseri viventi noi viviamo, opachi o risplendenti, che ognuno faccia e dica.

"Prima possibile, prima possibile! Se passa troppo tempo non c'è piu il prima e non c'è più il possibile."

venerdì 4 giugno 2010

"Ma voi siete cristiani ? Allora siate cristiani. La sera si potrebbe. E' per questo potere che è la vita, questo ritardo. Questi mazzi di fiori non portati, poi in un sol colpo in morte consegnati. Quanti fiori! Eppure si potrebbe. Uscire, varcare, raggiungere."

Amore non mio e neanche tuo ma chiuso prato dove siamo entrate, da dove poco dopo sei riuscita e dove io infingarda ho fatto casa. Io guardo te da dentro che stai fuori, che gironzoli ai margini distratta e a volte ti avvicini a controllare se ancora sono lì ferma e stordita

"Per tutto questo io ti ho chiesto un bacio E tu, complice gentile e innocente, non me lo hai dato."

"Con molta più forza, qui prende il sopravvento l’aspetto più passionale della storia d’amore, cuore, carne, viscere, gli atti eccessivi che si potrebbero compiere e tutta la virulenza del bisogno di qualcuno che non ci vuole più, si apre la strada fino ad una richiesta. La più semplice, la più dolce, la più amara alla quale dobbiamo rinunciare, storditi dall’inadeguatezza che ci coglie davanti ad un rifiuto. "